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venerdì 28 febbraio 2025

Veneto - Ponte di Veja

Il Ponte di Veja è un arco naturale con una arcata di circa quaranta metri, uno spessore minimo di nove metri e una larghezza di venti metri. Si trova a strapiombo sull'alta Valpantena nel comune di Sant'Anna d'Alfaedo, poco distante dal confine con il comune di Grezzana (VR) e situato al di sotto della contrada Crestena e della frazione Giare. È ad una altitudine di 602 m s.l.m. sul percorso del sentiero europeo numero 5. Il ponte è all'incrocio degli impluvi delle vallette di Crestena e Fenile, la continuazione dell'impluvio porta in Valpantena. Il ponte è frutto dell'evoluzione naturale di una grotta. L'ipotesi più plausibile la propone Giuseppe Corrà. In principio vi era un covolo, una caverna carsica. La struttura della caverna era rappresentata da una sorta di architrave costituita dall'attuale ponte con al di sotto calcari più erodibili. Il corso prevalentemente torrentizio delle acque passava sopra il ponte formando una cascata. Molto lentamente si crearono degli inghiottitoi che portarono il corso delle acque all'interno della grotta e che scavarono la parte più debole risparmiando l'arco del ponte, costituito da lastriformi calcari del Rosso ammonitico. Attualmente il torrente scorre al di sotto, tra grandi massi di crollo, alimentato anche dalla sorgente della Grotta dell'Acqua.

Fonte Wikipedia

sabato 25 gennaio 2025

Turchia - Cappadocia - Göreme - Camini delle Fate

Queste torri rocciose hanno assunto e ancora assumono nel corso degli anni forme diverse più o meno slanciate, ce ne sono alcune molto alte (fino a 45 metri) e prendono il nome da un’antica leggenda popolare secondo cui erano abitate da creature fantastiche, piccole fate, che vivevano nella profondità della terra e di notte accendevano fuochi che il cui fumo usciva dai fori delle rocce. In realtà i Camini delle Fate sono nati dalle colate di lava dei vulcani durante le eruzioni, e sono il risultato del lento ed inesorabile trascorrere del tempo. Le piogge e i venti, oltre l’ingegnosa mano dell’uomo che ne hanno modellato la struttura creandovi cavità, abitazioni e templi dove la popolazione del tempo si rifugiava e viveva. La loro stessa esistenza crea una sequenza infinita di pinnacoli alti oltre 40 metri e una sorta di universo rupestre di un altro mondo.

Fonte https://travel.thewom.it

domenica 22 dicembre 2024

Spagna - Minorca - Binibeca Vell

Uno dei paesini più caratteristici di Minorca è senza dubbio Binibeca Vell. Si tratta di un complesso turistico ricreato a immagine e somiglianza dei piccoli paesini di pescatori del Mediterraneo: case bianche, silenzio, stretti vicoli, piccoli bar e ristoranti fanno di questo posto un luogo ideale per una pausa di svago e riposo. Conosciuto anche come il paese bianco di Minorca, per via del colore caratteristico delle sue case, questo antico villaggio di pescatori è oggi un grazioso borgo che si affaccia su un piccolo porto caratterizzato da viuzze interne e cartelli che invitano a far silenzio. Binibeca vanta anche alcuni dei ristoranti di Minorca più buoni e negozietti che renderanno speciale il tuo momento di svago con meravigliose vedute sul mare. Abitualmente si distinguono due zone: Binibèquer Nou e Binibèquer Vell. In catalano, Vell significa vecchio, mentre Nou significa nuovo. Vecchio e nuovo quindi si incontrano perfettamente in questo piccolo paese bianco di Minorca.

Fonte www.isoladiminorca.com

mercoledì 27 novembre 2024

Marche - Ancona - Fontana del Calamo o delle 13 Cannelle

La fontana del Calamo viene chiamata Fontana delle Tredici Cannelle proprio perché costituita da tredici bocche da cui esce l’acqua. Il toponimo, di derivazione greca (da calamus che sta per “canna”) ci riporta all’ambiente palustre dove era situata nel passato. Non si conosce la data della sua costruzione, ma già nel 1426 fu dotata di serbatoi di raccolta e nel 1438 fu data in uso al Collegio dell’Arte della Lana. È una lunga serie di tredici riquadri separati da volute, incentrati su altrettanti mascheroni da cui esce l’acqua. I mascheroni, di cui 12 bronzei e il centrale in pietra, raffigurano satiri e sileni. Quello centrale è sormontato dal bassorilievo del Cavaliere all’assalto, emblema della città di Ancona. Oltre la fontana monumentale vi è la parte situata più in basso riservata, un tempo, all’abbeveramento degli animali, che conserva un mascherone con sovrastante stemma civico in pietra e poggia su una pavimentazione di basoli, presumibilmente di epoca romana. Oggi la fontana riceve le acque dell’acquedotto cittadino, ma, anticamente, attingeva l’acqua da una grande cisterna posta sotto il muro alle sue spalle; la cisterna riceveva le acque dall’acquedotto proveniente dal Monte Conero. Essa, oggi, è vuota, ma visitabile tramite un passaggio che si apre alla destra della fontana. Fa parte del folclore e della tradizione il rito di bere l’acqua che sgorga dalla Fontana del Calamo come auspicio per poter tornare nella città. La tradizione vuole che “se alla fontana berrai, ad Ancona tornerai…”

Fonte https://anconatourism.it

venerdì 25 ottobre 2024

Polonia - Auschwitz

Nome tedesco della città della Polonia meridionale Oświęcim (40.686 ab. nel 2007). Deve la sua tragica notorietà al campo di concentramento e di eliminazione creato dai Tedeschi durante la Seconda guerra mondiale (dal giugno 1940). Il campo era diviso in tre sezioni su 42 km2 complessivi: due più grandi, cioè Auschwitz I presso il villaggio di Owsianka, che era un campo di smistamento, Auschwitz II presso il villaggio di Brzezinka (in tedesco Birkenau), che era un campo di eliminazione dotato di camere a gas e di forni crematori, e Auschwitz III (a Monowice), dove si trovavano una distilleria di benzina e una fabbrica di gomma sintetica; inoltre era integrato da una quarantina di campi minori, sparsi nei dintorni. In questi campi, e specialmente a Birkenau, furono uccisi (nelle camere a gas, o con iniezioni di fenolo, o per fucilazione, o per impiccagione) o morirono di fame 4 milioni di persone, per la maggior parte Ebrei.

Fonte www.treccani.it

lunedì 30 settembre 2024

Giordania - Petra - Al Deir - Il Monastero

Il sito archeologico di Petra, che si estende per centinaia di chilomentri quadrati tra montagne e wadi, può vantare la presenza di piu’ di 800 monumenti. Tra questi, in una delle alture principali sorge un imponente edificio scavato nella roccia, che appare in buona parte simile all’ingresso della città di Petra, ovvero il Palazzo del Tesoro. Si tratta di “Al Deir”, il Monastero, così battezzato per via del ritrovamento di un consistente numero di croci nei suoi ambienti interni in epoca bizantina. Questo splendido edificio venne costruito dai Nabatei tra il II ed il I secolo a. C. per ospitare le spoglie del re Obodas. Questo monumento, che rappresenta un’allettante sfida per intrepidi scalatori è comunque raggiungibile da qualunque visitatore animato da un po’ di curiosità dopo una energica passeggiata o con l’aiuto del dorso di un mulo offerto dai locali dietro un modesto bakhshish.

Fonte www.italiano.memphistours.com

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