La fontana del Calamo viene chiamata Fontana delle Tredici Cannelle
proprio perché costituita da tredici bocche da cui esce l’acqua. Il
toponimo, di derivazione greca (da calamus che sta per “canna”) ci
riporta all’ambiente palustre dove era situata nel passato. Non si conosce la data della sua costruzione, ma già nel 1426 fu
dotata di serbatoi di raccolta e nel 1438 fu data in uso al Collegio
dell’Arte della Lana. È una lunga serie di tredici riquadri separati da volute, incentrati
su altrettanti mascheroni da cui esce l’acqua. I mascheroni, di cui 12
bronzei e il centrale in pietra, raffigurano satiri e sileni. Quello
centrale è sormontato dal bassorilievo del Cavaliere all’assalto,
emblema della città di Ancona. Oltre la fontana monumentale vi è la parte situata più in basso
riservata, un tempo, all’abbeveramento degli animali, che conserva un
mascherone con sovrastante stemma civico in pietra e poggia su una
pavimentazione di basoli, presumibilmente di epoca romana. Oggi la fontana riceve le acque dell’acquedotto cittadino, ma,
anticamente, attingeva l’acqua da una grande cisterna posta sotto il
muro alle sue spalle; la cisterna riceveva le acque dall’acquedotto
proveniente dal Monte Conero. Essa, oggi, è vuota, ma visitabile tramite un passaggio che si apre alla destra della fontana. Fa parte del folclore e della tradizione il rito di bere l’acqua che
sgorga dalla Fontana del Calamo come auspicio per poter tornare nella
città. La tradizione vuole che “se alla fontana berrai, ad Ancona tornerai…”
Fonte https://anconatourism.it